domenica 30 settembre 2012

LA GUERRA TRA LE DUE CRISTINE E L'IMPATTO SULL'UEROPA. SOPRATTUTTO SULL'ITALIA.



di Sergio Di Cori Modigliani


Sudamerica, media e diritti politici su un argomento sottaciuto.

In Gran Bretagna gli hanno dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella sezione geo-politica: “The Christines at war”,la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero impossibile non seguire.
Ci siamo anche noi, dentro, naturalmente, e il nostro ruolo in questa telenovela non è certo dalla parte dei buoni. La Storia ci ha messo nella situazione di dover interpretare il ruolo di quei personaggi che quando entrano in scena, dopo le prime due battute, ci spingono a dare una gomitata al nostro compagno di poltrona per commentare “questo mi sa che fa una brutta fine”. Non siamo certo gli eroi di questa fiction iper-realista.
La nuova puntata (vera chicca per gourmet) si è svolta in un sontuoso teatro internazionale: la East Coast degli Usa, tre giorni fa uno scambio di battute al fulmicotone tra la segretaria del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, dalla sede di Washington –reduce da un incontro ufficiale con il ragionier vanesio- la quale, infantilmente ha minacciato l’Argentina usando di proposito una metafora calcistica “per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo; ma c’è una inderogabile scadenza che è il 10 dicembre 2012. Superata quella data scatterà automaticamente il cartellino rosso e l’Argentina verrà espulsa dal Fondo Monetario Internazionale”.  La presidente argentina si trovava in quel momento a un tiro di schioppo, stava a New York, al palazzo dell’Onu. Da

sabato 29 settembre 2012

DA "ULTIMA PAROLA" del 28/09/12 RAI DUE. Son intervenuti Livia Undiemi per parlare del MES, Claudio Messora e Paolo Barnard della sovranità tolta agli Italiani dietro ricatto.


Quello che facciamo è incostituzionale.

Ecco come i mercati si sono comprati l'Italia 

 Antonio Polito, ieri sera a L'Ultima Parola, diceva sostanzialmente: si può battere moneta, va bene la sovranità, ma poi non ti danno i soldi... Ed è esattamente quello che è successo, come testimoniano le parole del senatore Garavaglia, che ieri sera sono riuscito a far ritrasmettere dalla Rai. Il tema è cioè quello del ricatto economico-finanziario, ma sembra ormai sfuggire a tutti cos'è che tiene unito un popolo, ovvero qual è l'essenza di uno Stato.

 Uno Stato è un ordinamento giuridico. Ovvero: si compone di norme superiori che ne legittimano altre, che danno forza di legge ad altre ancora e così via. L'insieme di norme di più alto livello è la Costituzione italiana. E' quella, essenzialmente, che rende tutti noi, insieme, uno Stato: lo Stato italiano. Se non si capisce questo - e togliendo l'educazione civica dalle scuole mi rendo conto sia diventato difficile da capire - allora diventa possibile legittimare qualsiasi cosa.

domenica 23 settembre 2012

INDIA, 50 MILIONI DI PERSONE IN SCIOPERO CONTRO I MEGASTORE STRANIERI. IN ITALIA LIBERALIZZAZIONE SELVAGGIA IMPOSTA DALL'EUROPA NELL'INDIFFERENZA DI TUTTI: L'ECONOMIA AL COLLASSO. IN MOLISE, LA VANIFICAZIONE TOTALE DELLE BATTAGLIE DI COMMERCIOATTIVO -UNICA VOCE- CONTRO IL PREDOMINIO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE: LA DISTRUZIONE DEL TESSUTO ECONOMICO MOLISANO DELLE PICCOLE IMPRESE.


ESTERI
21/09/2012 - CITTÀ PARALIZZATE

Il governo apre il mercato ai marchi internazionali. E il Paese
incrocia le braccia

ILARIA MARIA SALA
HONG KONG
Il governo indiano riprova ad aprire il mercato interno della grande distribuzione a marchi stranieri, ed è subito sciopero generale. Cortei, treni bloccati, traffico in tilt, scuole chiuse, manifestazioni (anche se con poca gente a New Delhi). I maggiori centri urbani, in prevalenza quelli a forte presenza di nazionalisti indù o roccaforti della sinistra, dall’Uttar Pradesh, al Bihar, fino al Gujarat, sono rimasti paralizzati.

Caos a Bangalore e Chennai. I sindacati parlano di 50 milioni di persone ad aver partecipato allo sciopero. Commercianti in primis, terrorizzati dall’ingresso sul terreno indiano di colossi internazionali come Wal Mart e Carrefour che a loro dire spazzerebbero via la concorrenza decretando l’estinzione dei piccoli negozi e la crisi dei campioni nazionali della distribuzione abituati finora a un generoso protezionismo.

Cavalcando il malcontento, il Bharatiya Janata Party, Bjp (il maggior partito d’opposizione, conservatore

mercoledì 12 settembre 2012

"La nostra storia in due minuti" il video che spopola sul web




Il video è stato realizzato un liceale americano di 19 anni per rappresentare la storia dell’universo in soli 120 secondi.

APRE L'OSTERIA "L'E' MAIALA" DOVE PAGHI IL CONTO COL BARATTO


martedì 11 settembre 2012

Chi vorrà, invece di saldare il conto in modo classico, cioè mettendo mano al portafoglio o alla carta di credito, potrà farlo scambiando la cena con frutta, verdura, pezzi di artigianato

La finanza ha gettato il mondo nel tunnel di una crisi apparentemente senza fine? Per uscirne, si può sempre tornare al baratto. Questa la ricetta economica suggerita da un'osteria di prossima apertura a Firenze, dove chi vorrà, invece di saldare il conto in modo classico, cioè mettendo mano al portafoglio o alla carta di credito, potrà farlo scambiando la cena con frutta, verdura, pezzi di artigianato. Il locale, che avrà 40 posti ed un look da taverna tradizionale ma «con un tocco più chic, e sarà il primo del genere in Italia», garantisce la titolare Donella Faggioli, avvierà le attività alla fine di settembre e si chiamerà «L'è maiala», espressione toscana che chic proprio non è ma che indica, con efficacia, una situazione molto difficile da affrontare.
«Come la crisi che tutti oggi stanno vivendo - spiega Donella - e che noi, per venire incontro a chi, in tempi di

mercoledì 5 settembre 2012

VINCITORI E VINTI: IN ITALIA LA PRESSIONE FISCALE E' AI LIMITI DELL'E...
















di Paolo Cardenà

Desta sempre molto stupore e indignazione il dato sulla pressione fiscale che 
secondo quanto ci riferisce oggi il presidente di Confcommercio Sangalli per 
tramite de Il Sole 24 Ore, si attesterebbe al 55%.

Da Il Sole 24 Ore

«Abbiamo raggiunto - ha detto il presidente di 
Confcommercio Carlo Sangalli -
un livello di pressione fiscale che, per chi le tasse le paga, si attesta attorno 
al 55 per cento. È un livello che zavorra drasticamente 
investimenti e consumi».

lunedì 3 settembre 2012

L'autunno del commercio La crisi «chiude» i negozi - Corriere.it

IL DETTAGLIO IN DIFFICOLTÀ
L'autunno del commercio
La crisi «chiude» i negozi
Nel 2012 potrebbero cessare l'attività
fino a 150 mila imprese La previsione di
Confcommercio per quest'anno è di un calo del 3,3%
dei consumi pro capite, peggiore rispetto al 2011

ROMA - C'è poco da essere ottimisti. Se agosto non ha portato la temuta tempesta sui mercati ha però confermato il peggioramento del clima di fiducia delle famiglie e il prolungamento della recessione. E non c'è da stupirsi che a temere l'autunno siano soprattutto i negozianti alle prese con le stime di un'ulteriore caduta dei consumi. La Confcommercio indica un calo per il 2012 del 3,3% procapite. Un dato, rileva il direttore dell'Ufficio studi Mariano Bella, senza precedenti e certamente più negativo di quello registrato lo scorso anno quando a causa della crisi, secondo i calcoli della Confederazione dei commercianti, sono state costrette a chiudere i battenti oltre 105 mila imprese commerciali, di cui 62.477 punti vendita al dettaglio. Il saldo tra le nuove attività messe in piedi e quelle cessate è stato negativo per oltre 34 mila unità e guardando ai soli negozi la differenza, sempre in negativo, è stata di 18.648.
Nel 2012 dunque, visto il perdurare della diminuzione dei consumi, le cose non cambieranno certo in meglio. Anzi. Pur nella difficoltà di fornire stime e dati in questo settore, la differenza tra imprese nate e cessate dovrebbe far

Come resistere a Equitalia: ecco i sette consigli - equitalia, accertamenti, fisco, cartelle, guida, manuale - Libero Quotidiano

La guerra è impari, ma combattere gli ingiusti accertamenti 
dello Stato è possibile. La guida per ottenere risparmi, rinvii e annullamentiShare on prinShare on google_pl
Come resistere a Equitalia:
breve guida in sette consigli
Qual è il tuo stato d'animo?
9

Resistere al fisco si può. Basta conoscere gli strumenti che la legge mette a disposizione. Perché l'Agenzia delle Entrate non è infallibile, così come la Guardia di Finanza o Equitalia. Lo Stato sa bene che la mannaia lanciata su grandi aziende, piccoli imprenditori e privati nell’offensiva senza precedenti lanciata per combattere l’enorme evasione, su cui l’Italia vanta un triste primato, miete vittime innocenti. E non poche. Gli ultimi dati disponibili riferiti al 2010 - la nostra pubblica amministrazione non brilla, tra le altre cose, per tempestività nel rilascio delle statistiche - riferiscono che i contenziosi esaminati dalle Commissioni tributarie provinciali risultano favorevoli ai contribuenti nel 48

sabato 1 settembre 2012

TRIVELLAZIONI AL LARGO DELLE TREMITI? IL GOVERNO DA' L'OK ALLE RICERCHE DI PETROLIO.


sabato 1 settembre 2012

isole-tremiti interna


L'ok del ministero dell'Ambiente alla Petroceltic ha scatenato la rabbia della regione Puglia. L'assessore all'Ambiente Nicastro: "Abbiamo tutta l'intenzione di ricorrere contro i pareri appena rilasciati”

di Roberto Rotunno

Il Governo tecnico ha detto sì alle ricerche di petrolio nel mare delle Isole Tremiti. Ma la Puglia non ci sta e annuncia ogni tipo di opposizione ai provvedimenti autorizzativi rilasciati dai ministeri di Ambiente e Beni Culturali. A diffondere la notizia è stato direttamente l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, tramite i canali di comunicazione istituzionale. In una nota apparsa giovedì sul portale ufficiale della Regione, ha fatto sapere di avere appena “appreso che alla vigilia di ferragosto il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato le prospezioni richieste da Petroceltic nei pressi delle isole Tremiti”.
All’annuncio di Nicastro, hanno fatto seguito una serie di reazioni indignate da parte di politici di ogni schieramento e dalle associazioni ambientaliste che negli ultimi due anni hanno organizzato diverse manifestazioni di piazza, più che riuscite e partecipate, per chiedere – non solo il rigetto di tutte le istanze di permesso che giacciono negli uffici dei ministeri competenti – ma anche l’approvazione di una legge nazionale che vieti le trivellazioni petrolifere nei fondali marini.

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