mercoledì 30 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
L'ECONOMISTA STEFANO ZAMAGNI INTERVIENE ALLA TRASMISSIONE A "SUA IMMAGINE" PER COMMENTARE DI DISCORSO DEL CARDINALE BAGNASCO SULLA NECESSITA' DI UNA NUOVA ECONOMIA CHE TIENE PRESENTE I TEMPI DELLA VITA ED IL RIPOSO DOMENICALE.
IL LINK PER VEDERE LA TRASMISSIONE DI DOMENICA 27 GENNAIO 2013
SU RAI REPLAY dalla posizione 34:30 in poi :
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#ch=1&day=2013-01-27&v=174528&vd=2013-01-27&vc=1
lunedì 21 gennaio 2013
FEDERFRIULI DENUNCIA EQUITALIA PER USURA | "Lo Sportello", un progetto di Federfriuli
FEDERFRIULI – FEDERITALIA FRIULI
Associazione antiusura tutela del piccolo imprenditore e del cittadino
PORDENONE. 12 OTTOBRE 2012 Ieri mattina una decina di imprenditori del Friuli occidentale hanno denunciato Equitalia per usura: si sono presentanti al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Pordenone, hanno spiegato le loro intenzioni e inoltrato le querele. La clamorosa azione, coordinata da Federfriuli, è la prima del genere in regione: in Italia iniziative simili, sotto la gestione di Federitalia, sono invece in continuo aumento. «Perché abbiamo deciso di denunciare Equitalia per usura? In base al lavoro dei nostri consulenti, abbiamo appurato che i tassi applicati dall’agenzia statale nel calcolo degli interessi superano mediamente di 20-30 punti percentuali quelli previsti dalla legge. In alcuni casi si arriva anche al 70 per cento in più», ha spiegato Idilia Pajer, presidente di Federfriuli, l’associazione nata 4 mesi fa e che sta progressivamente crescendo, grazie soprattutto a un massaccio utilizzo dei social network. All’azione di ieri ne farà seguito ben presto un’altra di carattere analogo: «Abbiamo almeno una ventina di querele praticamente pronte, mancano solo alcuni dettagli – ha riferito Pajer -. Nei prossimi giorni ci presenteremo nuovamente al comando della Guardia di finanza: ci attendiamo che la nostra denuncia non venga lasciata cadere nel vuoto, bensì che venga raccolta e che, alla fine, ci venga data ragione». E ha aggiunto: «Le nostre storie sono molto simili tra loro: siamo imprenditori, abbiamo cercato di combattere la crisi, ma le banche ci hanno tagliato il credito. Quindi sono arrivati i debiti e, subito dopo, Equitalia. Per farvi comprendere cosa vuol dire avere a che fare con questa agenzia dello Stato, vi porto l’esempio di un imprenditore che oggi (ieri) ha presentato denuncia: nel 2007 aveva accumulato cartelle esattoriali per 494 mila euro, cinque anni dopo la somma era salita a 909 mila euro. Tutto questo è ammissibile?». Mentre gli imprenditori denunciavano Equitalia per usura, un funzionario dell’agenzia statale si recava in un’attività commerciale con sede in provincia di Pordenone per pignorare dei beni: l’esercente, negli anni scorsi, aveva denunciato a sua volta Equitalia per usura, ma con la collaborazione di Federitalia. La presidente di quest’ultima realtà, informata di quanto stava avvenendo, è intervenuta, impedendo il pignoramento. «In seguito a questo gravissimo episodio, denunceremo Equitalia per estorsione» ha annunciato Pajer. La “battaglia” è appena iniziata: gli imprenditori sono determinati a vincerla. Fonte ILMESSAGGERO VENETO.IT Pubblicato il 14 ottobre 2012 da Michelangelo Brichese
venerdì 18 gennaio 2013
ECCO PERCHE' LE BANCHE VOGLIONO ACCAPARRARSI IL NOSTRO CONTANTE
di Paolo Cardenà -
Nella vita comune, l'utilizzo del denaro contante è una
delle cose più normali che esista. La possibilità di utilizzare denaro contante,
per compensare transazioni commerciali, costituisce elemento di libertà di
ogni essere umano, oltre che motore di sviluppo alla crescita economica e
al benessere collettivo.
Quotidianamente, avvengono milioni e milioni di transazioni che hanno come
contropartita l'utilizzo del denaro contate, senza il quale, con ogni
probabilità, parte di queste non avverrebbero mai, o avverrebbero in maniera
sensibilmente ridotta. Pensate alle piccole spese quotidiane che ognuno di noi
compie per il soddisfacimento dei propri bisogni, dei propri desideri, delle
proprie ambizioni, dei propri vizi, e delle proprie libertà. Pensate ad un
caffè consumato in un bar, all'acquisto del pane dal panettiere, o ad una bibita
offerta ad un amico. Oppure, ancora, pensate alla paghetta data settimanalmente
ai propri figli, o ad un acquisto di un determinato oggetto, che deve rimanere
segreto. Queste transazioni, semplicemente, avvengono utilizzando carta
moneta. In mancanza della possibilità di spesa per mezzo del contante,
queste avverrebbero in maniera significativamente ridotta poiché, ognuno
di noi, sarebbe ben disposto a rinunciare a qualcosa per tutelare la nostra
privacy e il nostro perimetro di riservatezza. Ognuno di noi sarebbe disposto
a rinunciare a qualcosa se le modalità di acquisto non fossero pratiche
come oggi avviene. L'utilizzo del denaro contante è semplice, è pratico,
è efficace, è veloce e non è costoso.
Questo, unito alla possibilità di utilizzare anche altre forme di pagamento
che il progresso tecnologico ha reso disponibile, contribuisce ad elevare
il grado di efficienza della società e delle pratiche commerciali le quali,
a seconda dei casi, richiedono strumenti di pagamento più o meno
consoni a talune tipologie di spese. Tuttavia, in questo ridicolo paese,
si sta diffondendo il pensiero che abbassare la soglia di utilizzo del contante,
giovedì 17 gennaio 2013
Perché con un rapporto debito/Pil al 236% il Giappone spende e spande mentre l'Italia va giù a colpi di austerity?
(Lapresse)
Il Giappone ha il 236% del debito/Pil e un deficit/Pil
al 10%. Numeri che farebbero impallidire
Angela Merkel, i trattati di Maastricht, Lisbona
e compagnia bella. E cosa fa il premier Shinzo Abe?
Ha annunciato poche ore fa un
ulteriore piano espasione della spesa pubblica
con un primo intervento da 85 miliardi di euro.
Insomma, del mantra europeo dell' austerity dalle
parti di Tokyo non c'è neanche l'ombra.
Ma come mai il Giappone - che resta la terza
economia del pianeta e può esibire un tasso di
disoccupazione del 4,5% contro l'11% europeo
- può permettersi di far galoppare la spesa pubblica
pur convinvendo da tempo conparametri di indebitamento
molto simili a quelli della Grecia? Non solo: lo stesso
plurindebitato Giappone può permettersi di finanziare il debito pubblico americano
(facendo carry trade, ovvero pagando interessi inferiori all'1% su titoli a 10 anni ai
detentori dei titoli nipponici e ricevendo quasi il 2% dal Tesoro Usa) e quello
europeo (il Giappone si è detto pronto ad acquistare titoli emessi dal Fondo
salva-StatiEsm). Come mai?
mercoledì 16 gennaio 2013
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